sabato 7 novembre 2009

Riflessioni che riflettono il riflesso

Mi sto rendendo conto di due cose. La prima è che ogni tanto scrivo su questo blog rivolgendomi a qualcuno, ma dopo un anno (o giù di lì)dalla sua apertura prendo atto che è come se scrivessi su un diario personale perchè nessuno ha mai letto quello che scrivo a quanto pare. Si, ovvio, ci sono due motivi, il primo è che nessuno sa della sua esistenza, non so bene come lo si possa trovare, non mi intendo molto di nuove tecnologie. La seconda è che a nessuno fotte una sega delle stronzate che scrivo. In entrambi i casi non è un gran problema, vedo questo blog come un "diario" che serve principalmente a me,per raggruppare i miei pensieri (o i miei nonpensieri), un modo per segnarmi cose che mi hanno colpito e che vorrei rimanessero da qualche parte, per poterle rileggere un giorno e confrontare i miei pensieri attuali coi pensieri del mio io-passato, rendermi conto se sono cambiato come mentalità, se i pensieri che avevo una volta sono ancora in linea con quelli di oggi. E credo che sia ancora così, in effetti avevo smesso di scrivere proprio per quello,perchè non c'era evoluzione in quello che scrivevo, stavo cominciando a ripetermi nel tempo come fanno i grandissimi ac dc da un secolo a questa parte (senza per altro rompere le palle...vuoi vedere che pure io....?) Poi ho deciso di sbattermene, di scrivereaggiornarecazzeggiarefolleggiare senza nessun limite o regola. Quello che mi va scrivo, punto. E qui passiamo alla seconda cosa. Ultimamente mi sono reso conto che spiattello qua dentro frasi di altri e basta, niente di personale. Ok, col pistolotto di cui sopra ho espresso qualcosa di mio, ora posso spiaccicare altra fanghiglia presa dalla testolina di qualcun altro. Del resto esistono molte più persone che vicende umane, la storia si ripete...quindi suppongo anche i pensieri. Non ci credete? Ok, facciamo una prova. Leggete quanto sotto e ditemi se non pensate che si riferisca ai giorni nostri. Poi prendete coscienza che invece è una lettera del 1836, e riflettete un po' se ancora ne siete capaci. Anzi, riflettiamo. Su cosa? E io che cazzo ne so!! "la questione che divide gli uomini dei nostri giorni non è una questione di forme politiche, è una questione sociale, è di sapere se vincerà lo spirito dell'egoismo o lo spirito del sacrificio, se la società non sarà piu che uno sfruttamento generalizzato a profitto del piu forte o una consagrazione di ciascuno per il bene di tutti, soprattutto per la protezione dei piu deboli. Vi sono uomini che hanno troppo e ne vogliono ancora, e ve ne sono molti altri che non ne hanno abbastanza, che non hanno niente, che voglio prendere se non glielo si da. Fra queste due classi di uomini si prepara una lotta e questa lotta minaccia di essere terribile: da una parte tutta la potenza dell'oro, dall'altra quella della disperazione"

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