sabato 28 novembre 2009

bukowski l'immortale

Non è facile spiegare perchè si ama alla follia qualche autore, qualche musicista, persino qualche persona forse. Ma l'altro giorno stavo leggendo "panino al prosciutto" dell'immortale Charles Bukowski, e una frase mi ha colpito nel profondo, mi ha fatto capire in modo semplice ciò che in realtà è complicato. Eccola qui di seguito "Le verità sono molto divertenti, quando le si incontra per la prima volta. Quando la verita di qualcuno è la tua stessa verità e lui sembra dirla solo per te è una cosa fantastica" semplicemente perfetta per spiegare ciò che rappresenta per me lo zio Buk. E già che ci siamo, una seconda perla tratta da questo magnifico libro (parla dell'infanzia dello scrittore) "All'età di venticinque anni la maggior parte della gente era finita. Un'intera fottuta nazione di teste di cazzo che guidavano automobili, mangiavano, facevano figli, tutto nel peggior modo possibile, vere stronzate, come votare per il candidato alla presidenza che forniva un'immagine il più possibile simile alla loro. Non avevo interessi, non riuscivo a interessarmi a niente. Non avevo idea di come sarei riuscito a cavarmela nella vita. Agli altri almeno la vita piaceva, sembravano capire qualcosa che io non capivo. Forse ero un po' indietro. Era possibile. Mi capitava spesso di sentirmi inferiore. Volevo solo andarmene ma non c'era nessun posto dove andare. Il suicidio? Gesù cristo, un'altra faticata. Avevo voglia di dormire per cinque anni di fila ma non me lo permettevano" leggendo questa frase mi è venuto in mente qualcuno che parlava di vite fatte di "quieta disperazione", ma non mi ricordo dove l'ho sentito. E già che siamo in argomento, mi ero segnato pure questa frase "sono le reazioni che scateniamo nel prossimo che ci rendono come siamo?" ma anche qua non mi ricordo chi è il genio che l'ha scritta. Eccheccazzo, la mia memoria comincia a fare cilecca...per forza che poi devo tenere un blog.

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